
Padova
Comune
Via del Municipio, 1
Padova (PD) – 35100
Luogo di timbratura del Lasciapassare incluso nel kit “Viaggio nel tempo”:
Timbro non disponibile


Cenni Storici
Oltre al fronte bastionato del Cinquecento, lungo 11 chilometri, Padova conserva ancora alcuni tratti della cinta d’epoca comunale (XII e XIII secolo) con due porte e il Castello, nonché tracce di quella carrarese del Trecento, dette “muraglie vecchie”. Secondo le fonti, già tra il 1195 ed il 1210, il primo anello difensivo veniva chiuso. Nel 1242 Ezzelino III da Romano iniziò la costruzione del recinto del Castello a S. Tommaso con la Torlonga, in corrispondenza della biforcazione fluviale d’ingresso in città. Ubertino da Carrara (1338-45) oltre a intraprendere la costruzione del palazzo e del suo collegamento pensile con le mura comunali (il Traghetto), fece edificare un secondo giro di mura, per difendere anche il nuovo sviluppo urbano esterno all’isola comunale, mentre Francesco I da Carrara fece inglobare da una terza linea di fortificazioni anche i due borghi di S. Croce e di Ognissanti, che si protendono verso sud e verso est. Questa cerchia muraria divenne insufficiente alla difesa della città. Dopo la sconfitta di Agnadello del 1509, Venezia ordinò di rafforzare le difese di Padova e di Treviso: vennero inizialmente costruite delle strutture provvisorie, progettate da Fra’ Giocondo. Le fortificazioni definitive furono costruite solo a partire dal 1513, su un progetto ideato e diretto fino al 1515 dal capitano Bartolomeo d’Alviano. Si possono distinguere cinque fasi costruttive: dal 1513 al 1515: la costruzione dei bastioni a pianta circolare dell’Impossibile, della Saracinesca, di Codalunga (o della Gatta) e del Portello Vecchio (o Buovo), lo scavo della fossa e l’innalzamento della cortina tra S. Croce e Pontecorvo, col saliente di S. Giustina si devono a Bartolomeo d’Alviano; dal 1515 al 1523: Angelo Buovo e Sebastiano Mariani completarono le opere ideate da Bartolomeo d’Alviano. Si aprirono le porte di Pontecorvo (o Liviana), di S. Croce e di Ognissanti (Portello) e si costruirono i torrioni del Portello Nuovo (o Venier), dell’Alicorno, di Porciglia (o dell’Arena) ed il Bastione del Castelnuovo (o Gradenigo). Si scavarono le fosse ed eressero le cortine tra Ognissanti e Porciglia e tra la Saracinesca e l’Alicorno, col bastioncello Ghirlanda; dal 1523 al 1530: il nuovo capitano dell’esercito veneziano Francesco Maria della Rovere sovrintese dal 1526 alla costruzione dei primi tre baluardi a forma pentagonale di S. Prosdocimo, S. Giovanni e Savonarola. Nel 1528 e nel 1530 si aprirono le porte di S. Giovanni e Savonarola dell’architetto veronese Giovanni Maria Falconetto; dal 1531 al 1532: il capitano Giovanni Moro ultimò i due baluardi che portano il suo nome. Concepiti forse dal Della Rovere, sono posti su salienti, determinando un nuovo tracciato murario a stella, che modifica per la prima volta quello del d’Alviano; dal 1532 al 1556: il Sanmicheli costruì il Baluardo Cornaro tra il 1539 ed il 1540, il più grande del circuito fortificato padovano. Le due piazze basse ad emiciclo sono intercomunicanti per mezzo di una galleria. Simile al Cornaro, il Baluardo di S. Croce fu costruito tra il 1548 ed il 1554 addossato alla cortina preesistente vicino alla porta.
Itinerario Urbano
Visita alle mura medievali:
Un itinerario di visita delle mura comunali può iniziare dal Castello (parcheggio in piazzetta Delia e nelle strade vicine) situato all’estremità meridionale dell’isola fluviale interna alla città, per proseguire poi verso nord, seguendo il corso del fiume (questo tratto del Bacchiglione è chiamato Tronco Maestro). Del Castello, oggi parzialmente utilizzato dall’Università e abbando
nata la funzione di Casa di Reclusione, è visitabile su prenotazione (tel. 049/8293469) la torre della Specola dell’Osservatorio Astronomico, edificata dal 1767 sopra la Torlonga duecentesca. Dalla piazza si attraversa il ponte, da cui si ha una visione d’insieme del Castello, fino a riattraversare il Tronco Maestro sulla grande arcata in pietra del duecentesco Ponte di S. Agostino. Proseguendo lungo la riviera Albertino Mussato, s’incontrano alcuni tratti della cortina muraria, alta più di dieci metri e larga più di tre, costruita con corsi orizzontali di pietra trachitica alternati con mattoni laterizi. Delle 19 porte, quattro (due delle quali conservate) erano le principali, quelle opposte secondo i punti cardinali. Seguendo sempre il corso d’acqua, si incontra il duecentesco Ponte dei Tadi, dopo la quale si trova la passerella in ferro di S. Benedetto. Poi il fiume piega verso est e le mura sono affacciate a nord. Si incontra allora il Ponte di S. Leonardo, fino a raggiungere la Porta dei Molini, che chiudeva a nord le mura comunali, fuori della quale si trova il Ponte Molino (ricostruzione ottocentesca di un ponte romano). Oltre il ponte rimane una torre di sorveglianza, detta di Ezzelino. Si prosegue quindi per via Dante, che conduce in piazza dei Signori, cuore della città. Si entra a destra nell’area della Reggia carrarese, un tempo difesa da mura, attraverso la porta del Palazzo del Capitaniato In piazza Capitaniato si trova, all’interno dell’edificio del Liviano, la Sala dei Giganti, mentre da via Accademia si raggiunge la Loggia carrarese. Si arriva quindi in piazza Duomo, dove si erge il complesso della Cattedrale, con il Battistero ed il Monte di Pietà. Tornati in piazza dei Signori, si gira a destra fino a giungere al fianco occidentale del Palazzo della Ragione, (del XIII secolo), che separa le piazze della Frutta e delle Erbe. Costeggiato il complesso del Palazzo del Municipio, si svolta a sinistra, fino all’incrocio con via S. Lucia, dove, sulla destra, si apre la seconda porta comunale rimasta, Porta Altinate ad est.
Visita alle mura del Cinquecento:
La visita del fronte bastionato di Padova, lungo 11 km, richiede circa mezza giornata di tempo con un mezzo di trasporto adatto (conviene la bicicletta per la sua flessibilità nelle soste frequenti). L’associazione Comitato Mura di Padova organizza visite guidate per i gruppi (Tel.: 049 8717530 – 8753371, Fax 049 8776077 per prenotazioni). La partenza può essere fissata alla scalinata del Portello nuovo, punto d’attracco dei battelli provenienti da Venezia, di fronte alla monumentale facciata esterna della Porta Ognissanti. Qui giunge dal Ponte Fistomba una pista ciclabile che percorre l’argine sinistro del canale Piovego e prosegue lungo via Trieste, dove, oltrepassata la passerella, s’incontra il Bastion Piccolo e il Puntone di Porciglia con all’interno la scuola d’arte Pietro Selvatico, già Macello ottocentesco dell’architetto G. Jappelli. Entrati in città, si possono attraversare i giardini con il Bastione dell’Arena romana, e con la Cappella degli Scrovegni e il Museo civico degli Eremitani, lungo la pista ciclabile di via Giotto, alla fine della quale, superato il ponte della chiusa delle Porte Contarine e il Ponte dei Carmini (una breve digressione all’interno della città conduce alla Chiesa di S. Maria del Carmine, con la preziosa scoletta affrescata nel Cinquecento,(i) si svolta a destra in viale Codalunga e poi a sinistra in via Sarpi attorno al Torrione Codalunga. Lungo la circonvallazione si incontrano di seguito tutti i bastioni della zona nord e ovest: Moro I, Moro II, Impossibile, Savonarola, preceduto dall’omonima porta di G. M. Falconetto, S. Prosdocimo e S. Giovanni, anticipato dall’altra porta del Falconetto, dove è in corso di allestimento un centro visita con modelli delle mura e dell’assedio del 1509. Si giunge quindi al Bastione della Saracinesca che, con l’omonima porta (sostituita dalla breccia attuale) ed il piccolo Bastione della Catena, costituiva il punto di controllo dell’ingresso in città dei natanti. Poco più a nord si trovano i resti dell’analogo sbarramento medievale (Torre della Catena, con recinto della Porta del Soccorso, visibili al di là del fiume, dalla riviera Paleocapa. Entrati in città per il ponte di via Paoli, si percorre il cammino di ronda sul terrapieno alberato entro le mura, superando il Bastione Ghirlanda fino al Torrione Alicorno, all’estremo sud della cinta cinquecentesca, dove sono visitabili su prenotazione gli imponenti locali interni. Uscendo, si prosegue sul terrapieno verso est, scendendo al piazzale S. Croce e, per via Marghera, fino alla Porta S. Croce, accanto all’ultimo baluardo costruito a Padova. Seguendo nuovamente la circonvallazione esterna (via G. Bruno e via A. Manzoni) si incontrano i torrioni di S. Giustina, da cui si scorge la Chiesa di S. Giustina (l), e di Ponte Corvo, sulla sommità di un breve puntone, e la Porta Liviana. Si entra quindi in città, percorrendo via S. Francesco si nota sulla sinistra il retro della Basilica di S. Antonio,(m) e poi svoltando a destra su via Ospedale Civile, che continua in via S. Massimo. Da qui una breve digressione a destra per il ponte e la breccia di via Cornaro conduce al gran Baluardo Cornaro del Sanmicheli. Si prosegue quindi in via S. Massimo, per svoltare a sinistra in via Orus, dove inizia la visita della testata orientale del fronte bastionato col Torrione Buovo a sud, il Castelnuovo e la sua porta d’acqua. Uscendo per la breccia di Ognissanti e il ponte Fistomba, si percorre verso sinistra l’argine del canale Piovego, in vista del Torrione Venier, fino a tornare alla scalinata del Portello.