La Biblioteca di Monselice dispone di oltre 40.000 volumi: la parte moderna si trova presso la sede di via San Biagio mentre la parte più consistente costituisce il Fondo librario antico al Centro di Documentazione e Conservazione della storia monselicense collocato presso la sede Peem in zona industriale. Raccoglie l’eredità del Gabinetto di Lettura istituito nel 1857 e successivamente implementato con versamenti di biblioteche dei conventi locali e di mecenati culturali. Dapprima ebbe come sede il Palazzetto Regazzoni di Piazza Mazzini, poi venne trasferita nel Palazzo Pretorio di via del Santuario e nel 1939, anno in cui il Gabinetto di Lettura si trasformò in Biblioteca Civica, venne allogata nel Palazzo della Loggetta. Qui rimase fino al 2003, quando venne restaurata la Chiesa di San Biagio (risalente al XVII secolo), per collocarvi la nuova biblioteca comunale denominata “San Biagio”. Oggi dispone di mezzi moderni informatici e di una ampia sala di lettura, nonché di una fornita emeroteca. Il sistema di prestito è gestito dalla Rete Bibliotecaria della Provincia di Padova. La Biblioteca rappresenta la maggiore istituzione della vita culturale della città: essa è sede della segreteria del prestigioso Premio Città di Monselice per la Traduzione, presieduto da Carlo Folena e del Premio Brunacci per la Storia veneta presieduto da Antonio Rigon. Inoltre la biblioteca è promotrice di laboratori didattici a tema di invito alla lettura rivolto agli studenti di ogni ordine e grado, di rassegne librarie e incontri con gli autori, tra cui la fortunata rassegna “Monselice Scrive”.
STORIA
Dalle visite pastorali si ricava che, almeno dal Quattrocento, esisteva a Monselice nella Parrocchia di San Paolo un oratorio dedicato a San Biagio nell’omonimo vicolo che ora porta alla biblioteca e al monastero di clausura della carmelitane scalze. Anticamente il vicolo portava alla chiesa duecentesca di San Francesco abbattuta nel 1700. Nel 1316 venne costituita e approvata dalle competenti autorità cittadine la Confraternita dei Battuti dei servi della passione. Nel 1616 i ‘battuti’ erano circa 40. I documenti riportano che nel 1618 venne consacrata la Chiesa “de battuti bianchi, selegiata a quadri con bel soffità dipinta; è lunga 40 e larga 16, ha due altari e calici et una campana, officiata da un frate vicino di San Francesco”. La chiesa intitolata a San Biagio aveva due piani: il piano terra era riservato alla chiesa mentre il primo piano era utilizzato per riunioni dei ‘battuti’ rivestiti del loro ‘sacco bianco’.
La chiesa, nei secoli passati, fu gestita da varie congregazioni finché, alla fine del XIX secolo, passò in esclusivo possesso del duomo di Santa Giustina di Monselice. Da allora, fino alla Seconda Guerra Mondiale, fu usata solo per la festa di San Biagio o per eventi particolari, anche perché era sprovvista di arredi sacri.
Nel 1947 Monsignor Cerato, per far posto al Duomo Nuovo, fece abbattere i fabbricati del patronato San Sabino dove era presente la sala del cinema parrocchiale e individuò in questa chiesa il luogo ove postarla. Il nuovo cinema fu sistemato al piano terra della chiesa e, con modesti lavori relativi ai servizi e agli accessi richiesti dalla legge per le sale pubbliche, si ottenne una discreta sala arredata con tutto ciò che c’era in quella precedente del patronato. Il nuovo cinema fu chiamato “Italia”. Nei lavori di trasformazione furono aperte alcune porte di sicurezza e fu chiuso il portale della chiesa contornato da conci di trachite, aventi in quella chiave simboli religiosi. Il cinema Italia fu attivo una dozzina d’anni e fu poi traslocato nella cripta del duomo nuovo (con arredi annessi). Infine il cinema venne ricavato nell’ex Chiesa San Luigi in via Matteo Carboni, dove si trova anche ai giorni nostri con il nome di cinema ‘Corallo’. Per finanziare il nuovo duomo mons. Cerato vendette la vecchia chiesa e il nuovo proprietario vi installò un laboratorio di abbigliamento. Verso la metà degli anni ’80 la vecchia chiesa fu chiusa e rivenduta. Il nuovo proprietario, a sua volta, la rivendette al Comune di Monselice.
L’Amministrazione Comunale, dopo alcuni anni di studi e stanziamenti di fondi, iniziò il restauro della facciata e del tetto per farne un centro culturale. Mentre procedevano i lavori, furono ricollocati alcuni conci di trachite del portale, tolti anni prima durante la trasformazione in cinema. I vecchi materiali furono posti in opera nel ripristino del foro d’entrata al piano terra. Nel luglio 2003 venne inaugurata la nuova Biblioteca Comunale.
Una tela conservata nel Duomo di Monselice, realizzata da Joseph Heintz il giovane (1600-1678), raffigura la Madonna in gloria con San Biagio e Sant’Antonio da Padova nell’atto di presentare il gonfalone con lo stemma dei Battuti. In basso si nota la teoria di penitenti che si accingono a salire il colle e una sequenza di case porticate ricalca quasi pedissequamente la situazione odierna. Si nota poi l’imbocco della via laterale e, subito dopo, un’abitazione a ridosso della chiesa di San Paolo: la chiesa era orientata in senso perpendicolare rispetto all’attuale, era ad una sola navata e la facciata, a capanna con rosone, dava sullo slargo antistante. Di fronte al sacro complesso era presente un modesto edificio che avrebbe dovuto coprire, in prospettiva, il palazzetto detto ‘Monte di Pietà’.
Lo storico Mazzarolli affermava che la chiesa vantava il privilegio di essere indipendente da parroci e che “da essa partiva il Venerdì Santo, la processione serale con Gonfalone della Vergine Addolorata che lì si custodiva”. In realtà tale consuetudine si confaceva perfettamente allo spirito degli statuti dei ‘disciplinati’ i quali, almeno nel Quattrocento, partecipavano anch’essi alle processioni cittadine solenni, al pari delle altre scuole. La loro processione aveva caratteristiche diverse: si presentava come un semplice corteo di soci al seguito del guardiano che, senza presenza di chierici o frati, andavano flagellandosi per le vie della città.