Numerose tracce della cinta muraria medievale testimoniano la presenza in passato di una cinta muraria completa. La maggior parte va da Porta Padova o Porta Sant’Antonio a Porta della Giudecca in Campo della Fiera; prosegue poi lungo il tratto parallelo al Canale di Monselice verso est e Via Argine Destro. Un ampio e suggestivo tratto si può ammirare anche dalla torre medievale di Piazza Ossicella seguendo le possenti mura di Vicolo delle Mura fino alla Torre Civica di Piazza Mazzini. La parte nord-est del Colle della Rocca è visibilmente cinta da mura. Infine l’evidente cerchia sommitale sulla sommità del Colle della Rocca con il Torrione ha fatto di Monselice una città murata nell’immaginario collettivo e suscita curiosità e attrazione turistica.

 

La fortificazione più antica risale all’età bizantina (VI sec.): si tratta di una cinta muraria che abbraccia circa tre ettari sulla sommità della Rocca. Tratti di mura sono ancora visibili in più punti. Queste mura furono utilizzate come strutture difensive per gli abitanti di Monselice per un lungo periodo. Probabilmente allo stesso periodo risalgono l’edificazione della Chiesa di San Paolo alla base del colle e quella di Santa Giustina in cima alla Rocca. Monselice fu fortificata dai Bizantini nel VI secolo per resistere ai Longobardi che erano entrati in Italia. Tra il 601 e il 602 i Longobardi occuparono Padova e Monselice: la prima fu declassata dal rango di città a vantaggio di Monselice che divenne capoluogo del circondario e caposaldo diretto dai Longobardi contro i territori vicini rimasti in mano bizantina. Le fortificazioni di Monselice subirono ben presto rimaneggiamenti e modifiche. Nonostante la pendenza del sito, lo spazio racchiuso tra le mura posto sulla sommità del colle della Rocca doveva essere in origine densamente popolato come indicherebbe la presenza di almeno tre edifici religiosi. Il primo documento che testimonia l’esistenza di una fortificazione del “castellum” risale all’anno 914: in quell’anno, infatti, un documento cita la Chiesa di S. Tommaso, che fu edificata “retro muris de ipso castello” (” dietro le mura del castello stesso”). L’accenno al muro è significativo, in relazione alla coeva documentazione dell’Italia padana, perché suggerisce l’esistenza di altre fortificazioni più consuete per l’epoca: palizzate, terrapieni, un canale di scolo e di difesa alla base del colle.