Il Parco Buzzaccarini è comunemente detto “Bosco dei Frati” non tanto per indicarne la proprietà bensì per il toponimo dell’area e della zona ed è quindi legato alla vicina villa Schiesari. Nell’arco di duecento anni ha conosciuto diverse denominazioni a seconda della proprietà: Cromer, Saggini, Buzzaccarini, Schiesari, per poi essere frazionato in diverse proprietà ed infine approdare a Parco Pubblico Comunale nel 1991. Le origini del parco sono dovute al padovano Giovanni Battista Cromer (1743-1809), uomo di vasta cultura e celebre avvocato del foro: volle dotare la sua villa di Monselice di un parco ubertoso e alla moda del tempo. Un parco all’inglese creando montagnole, un laghetto e dei fossati dove copiosa poteva scorrere l’acqua attinta dal vicino Canale di Monselice che attraversa la cosiddetta “Verta” compresa tra le mura del parco e l’argine del canale, oggi interamente urbanizzata. Grazie alla frequentazione dell’élite intellettuale veneta del suo tempo, Giovanni Battista Cromer si è guadagnato un posto di rilievo nella storia dell’arte neoclassica acquistando nel 1794 la statua dell’Esculapio scolpita da Antonio Canova. Questa insigne opera scultorea abbelliva fino al 1887 la nicchia antistante la montagnola della ghiacciaia, come si evince da una pittura dell’artista pistoiese Teodoro Matteini. Oggi la pregevole statua è conservata presso i Musei Civici agli Eremitani in Padova. Il vasto bosco era allestito su quasi due ettari, oggi ne rimane una sola porzione di poco meno di un ettaro, con tre montagnole rispettivamente abbellite da pergolato su esili colonnine, da gazebo in stile giapponese, purtroppo andati distrutti. Dopo il devastante “uragano” che ha distrutto gran parte del parco nel luglio del 1891, nella più alta montagnola venne realizzata la ghiacciaia: si tratta di un manufatto in laterizi, oggi fruibile ai visitatori. Un tratto delle mura, in prossimità dell’incrocio tra via Vo’ de’ Buffi e via San Bellino dove un tempo scorreva lo scolo San Giacomo, è “memoriale” delle tristemente note fucilazioni del periodo della dominazione austriaca. Nel 1968 il parco viene suddiviso e venduto a diversi proprietari. Negli anni ottanta del secolo scorso, nella speranza di ottenere la possibilità di edificare nuove abitazioni in un’ area in espansione, magari suffragata dal piano regolatore che il Comune di Monselice andava a progettare, la maggior parte del bosco comprendente gran parte del laghetto, risultava di proprietà dell’Azienda agricola Fratelli Soloni. A loro va il merito del primo riordino e pulizia del bosco storico. La Soprintendenza ai Beni Artistici e Paesaggistici non permise affatto nuove edificazioni entro il recinto delle mura storiche del parco. Nel 1990 l’Amministrazione comunale procedette all’acquisto del parco con l’intenzione di poter costruire la Casa di Riposo per anziani e parco pubblico. Su indicazione del Consiglio Comunale e sotto la pressione della popolazione che abbisognava di uno spazio verde da destinare a parco pubblico, l’Assessore Giannino Scanferla, nel primo lustro degli anni Novanta, si fece promotore di un riordino dell’area a ridosso delle mura, favorendone una nuova piantumazione. Contemporaneamente si affidava all’Associazione Auser la gestione del parco per attività ludico e sociali. Una parte dell’area venne concessa alla Provincia di Padova per assegnarla all’Istituto Agrario utile alle specifiche attività didattiche, che ne fruisce a tutt’oggi. Con bando pubblico, a partire dal 2001 il parco viene assegnato, in gestione convenzionata, ad associazioni locali. La storia del Parco si è arricchita di una pagina significativa e prestigiosa. È la pagina scritta il 15 giugno 2014 alla presenza di Dario Fo, Nobel per la Letteratura, che ha dedicato una secolare pianta del parco alla memoria della sua consorte Franca Rame, formidabile compagna di memorabili rappresentazioni teatrali. Nello stesso anno il parco si arricchisce di un’area dedicata a Giardino Botanico. Questo “polmone verde” della città, che consta di circa 4 ettari, è una salutare e preziosa area pubblica attrezzata per l’aggregazione sociale della popolazione e per l’accoglienza dei turisti di ogni età.