Monselice
Comune
Piazza San Marco, 1
Monselice (PD) – 35043
Luogo di timbratura del Lasciapassare incluso nel kit “Viaggio nel tempo”:
Ufficio Turistico
Palazzo della Loggetta, Via del Santuario, 6





Cenni Storici
Lo storico Paolo Diacono nel suo Historia Longobardorum riporta che nel 602 il bizantino castrum Mons Silicis viene conquistato dal re longobardo Agilulfo. A quell’epoca Monselice aveva già una lunga storia alle spalle. Insediamento neo-eneolitico (IV-III millennio a.C.), in seguito della cultura del bronzo (II millennio a.C.) e castrum romano, diventa quindi un’importante roccaforte militare proprio sotto longobardi e franchi, che lo ergono a centro amministrativo a capo di un vastro territorio tra l’Adige e i Colli Euganei. Nel XII secolo è libero Comune e a partire dal 1237 uno dei centri principali del territorio dominato da Ezzelino da Romano, vicario dell’Imperatore Federico II di Svevia, il quale vi comanda ingenti lavori di fortificazione e ne fa base di campagne militari contro Padova, Este e i castelli delle terre vicine. Conquistato nel 1338 dai da Carrara, signori di Padova, Monselice viene infine annesso ai territori della Serenissima nel 1405. Il lungo e prospero periodo veneziano che dura quattro secoli segna il graduale declino della vocazione militare ed il fiorire delle attività agricole, industriali e commerciali, nonchè l’edificazione di splendide ville nobiliari e della famosa via Sacra delle Sette Chiese. L’estrazione di pietra dal colle della Rocca e dal monte Ricco caratterizza la crescita industriale della città e raggiunge il suo massimo sviluppo nel Settecento. Un grosso carico di trachite partito da Monselice nel 1722 sarà impiegato per pavimentare Piazza San Marco a Venezia
Itinerario Urbano
Lo splendido percorso che si snoda sulle pendici del colle della Rocca e definito dal poeta Gian Antonio Cibotto “la passeggiata più bella del Veneto” è caratterizzato da un susseguirsi continuo di luoghi straordinari, nei quali è racchiusa l’essenza stessa delle vicende storiche della città. Da Piazza Mazzini dove sorge la duecentesca Torre Civica si imbocca Via del Santuario dove subito si incontrano due preziosi edifici: il San Paolo, Museo della Città ospitato nella chiesa di San Paolo, fondata nel X secolo, e, sul lato opposto della strada, il Palazzo della Loggetta, risalente al ‘400, oggi sede dell’ufficio turistico e prestigiosa location per matrimoni ed eventi culturali. Proseguendo si giunge al Castello, fortezza altomedievale ristrutturata da Ezzelino III Da Romano nel XIII secolo ed ampliata dai Carraresi nel secolo successivo. Alla fine del Quattrocento fu trasformato in residenza dalla nobile famiglia veneziana dei Marcello. Nel 1942 diviene museo per opera dell’allora proprietario, il Conte Vittorio Cini, che lo arricchisce di preziose collezioni d’armi, mobili e suppellettili. Salendo ancora si incontra Villa Nani-Mocenigo, splendido edificio tardo rinascimentale eretto alla fine del Cinquecento abbellito da una scenografica scalinata monumentale. Poco oltre si trovano le antiche scuderie seguite dall’antica Pieve di Santa Giustina (o Duomo Vecchio), edificio di impianto tardo romanico con elementi decorativi gotici, consacrato nell’anno 1256. Tra gli illustri canonici della pieve si annovera il sommo poeta Francesco Petrarca. Attraverso la porta dei leoni comitali si accede all’ampio Belvedere della rotonda. La Porta Romana o Porta Santa, eretta nel 1651, segna l’ingresso all’area sacra del Santuario Giubilare delle Sette Chiese, progetto di Vincenzo Scamozzi su commissione dei nobili venziani Duodo, ambasciatori della Serenissima presso la Santa Sede. Una bolla di Papa Paolo V datata 1605 concesse al santuario le stesse prerogative in merito di indulgenze accordate alle sette basiliche maggiori in Roma. Monselice è l’unico esempio di questa particolare forma di devozione romana, come ricorda l’iscrizione sulla Porta Santa: Romanis basilicis pares. Le cappelle ospitano pale della bottega di Palma il Giovane. Al culmine del percorso si apre l’elegante complesso monumentale di Villa Duodo. Contiguo alla villa sorge l’oratorio di San Giorgio, che conserva le reliquie di 27 martiri cristiani provenienti dalle catacombe di Roma . Tra questi si vorrebbe anche San Valentino, celebrato il 14 febbraio dalla popolare cerimonia della benedizione della chiavetta dorata, donata ai bimbi a protezione dall’epilessia. Sul lato sinistro dell’esedra una scalinata e poi un sentiero conducono sino alla cima del colle (150m) dominato dall’imponente Mastio Federiciano, anche detto Torrione, voluto dall’imperatore Federico II di Svevia che, in visita a Monselice nel 1239, nominò la città Camera Speciale dell’Impero. Ritornati in Piazza Mazzini, con una breve passeggiata di qualche minuto si raggiunge Villa Pisani, affacciata sul canale conserva pareti interamente affrescate attribuite alla cerchia di Benedetto Caliari (metà del ‘500). Sempre lungo il canale si possono ammirare Villa Contarini, Villa Emo e il Castello di Lispida (detto anche Villa Italia, dopo il soggiorno di Re Vittorio Emanuele III nel 1918).
Luoghi d'interesse
L’edificio, che oggi ospita la Biblioteca comunale e precedentemente era adibito a sala cinematografica, è denominato San Biagio perchè già nel XV secolo qui sorgeva un oratorio intitolato a questo santo. A partire dal 1618 divenne la sede della Confraternita dei Battuti Bianchi. Una pregevole tela dipinta nella seconda metà del ‘600 da Joseph Heintz, raffigurante la processione dei Battuti, è conservata nel Duomo cittadino.
La chiesa di San Paolo, uno degli edifici di culto più antichi della città (VII-XVII sec.), dal 2017 è sede del Museo Civico. All’interno si intrecciano due percorsi di visita: quello museale, con reperti archeologici preromani e romani rinvenuti nel territorio monselicense, e la chiesa stessa, con le sue stratificazioni, tra cui la suggestiva cripta con raro affresco raffigurante san Francesco d’Assisi (XIII sec.).
Detta anche dell’Orologio, è il caposaldo di Monselice. Fu fatta erigere nel 1244 da Ezzelino da Romano, unitamente ad altre opere di difesa e fortificazione, su disposizione dell’imperatore Federico II di Svevia, presente a Monselice nel 1239. Utilizzata come alloggiamento per le milizie che controllavano l’accesso alla città dal fiume, si caratterizza per la muratura a corsi di conci di trachite alternati a mattoni. Nel XVI secolo fu aggiunta una cella sommitale per collocarvi la campana civica, tra le più antiche d’Europa.
Monselice è classificata come città murata del Veneto. Ancora oggi è possibile vedere ampi tratti delle antiche fortificazioni che giunsero a contare ben cinque cerchie murarie. Dal Mastio Federiciano, sulla sommità del colle, discendono a valle fino a lambire le rive del fiume. In prossimità del Campo della Fiera, fino al XIX secolo, vi era l’accesso alla Città da Porta Padova o di Sant’Antonio, mentre oggi è ancora visibile la Porta Giudecca.
Costruita intorno al 1556 per volere di Francesco Pisani de Zuanne, patrizio veneziano, quale dimora di sosta e ultimo approdo fluviale prima di proseguire via terra il suo viaggio verso Montagnana, dove la famiglia risiedeva nei periodi estivi. Di impianto tipicamente palladiano, conserva affreschi attribuiti a Benedetto Caliari.
L’edificio, che prende il nome dalla nobile famiglia degli Emo, fu costruito tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo su preesistenti manufatti medievali. Divenne dapprima ospedale civile, successivamente scuola pubblica e oggi è di proprietà comunale. Dopo l’attento restauro avvenuto nel 1997 ospita uffici pubblici.
Le origini di questa oasi verde si devono al padovano Giovanni Battista Cromer che, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, volle dotare la propria villa di un ampio parco all’inglese con laghetto, fossati, ghiacciaia, abbellito di pergolati, nicchie e statue, tra queste l’Esculapio di Antonio Canova, ora conservata ai Musei Civici di Padova. Dal 1990 è parco cittadino.
Sorto verso la metà del Quattrocento quale Monte di Pietà cittadino, inglobando un tratto delle più antiche mura medievali. Nel XVII secolo venne aggiunta la scenografica loggia da cui il palazzo prende il nome. L’edificio ha sempre avuto destinazione di uso pubblico ospitando, in epoche diverse, il Gabinetto di Lettura, la Biblioteca Comunale e, dal 2014, gli uffici Cultura-Turismo e l’Ufficio Turistico.
Sorge in epoca Carrarese (XIV secolo) a completamento, come altre dodici torri, del perimetro più a valle della cinta muraria medievale. La torre prende il nome dall’antistante piazza, un tempo sede del mercato delle erbe, intitolata a Opsicella, leggendario fondatore della Città. Di proprietà comunale è adibita a sede espositiva. Un percorso suggestivo a ridosso delle antiche mura medievali unisce questa torretta con la Torre Civica in Piazza Mazzini.
Questo edificio monumentale ha sostituito l’antica pescheria cinquecentesca che era collocata oltre il ponte sul canale di Monselice. A partire dall’ultimo decennio del XIX secolo fino al secondo decennio del XX secolo è stata sede del mercato settimanale del pesce. Al centro del cortile in trachite è collocato un pozzo seicentesco in pietra d’Istria, che originariamente abbelliva la Piazza Maggiore, oggi Piazza Mazzini.
Edificata alla fine del Duecento per ospitare l’ordine dei Frati Predicatori, meglio conosciuti come Domenicani. Rispecchia il classico stile di costruzione minoritica a croce latina. Nel XVIII secolo furono aggiunte le navate laterali mentre il campanile risale al XV secolo. Dopo la soppressione napoleonica e l’abbandono da parte dei Domenicani, divenne di proprietà privata fino alla fine del XIX secolo quando fu acquisita dal Comune.
L’edificio attuale è il risultato dell’unione di tre edifici medievali di proprietà della collegiata di Santa Giustina. L’opera di restauro risale al XVII secolo, quando la facoltosa famiglia Tassello lo trasformò in propria residenza cittadina. Presenta un ampio salone centrale e un brolo sul versante del colle. L’ingresso è sulla suggestiva via Santo Stefano Superiore che unisce il Castello con la Chiesa di San Martino. Divenuto di proprietà comunale, ospitò in passato le locali prigioni. Dopo un accurato restauro, l’edificio, a partire dal 1999, è adibito a ostello.